Le più belle copertine di The New Yorker
Raccontare la realtà illustrando la città.
“Coney Island Swings Back” di Lorenzo Mattotti, cover del 12 Aprile 2021. Il parco divertimenti di New York ha riaperto dopo la pandemia il 9 aprile 2021 con limiti di capacità e regole sulla distanza, e la sua giostra più famosa, la Wonder Wheel, ha celebrato il suo centesimo anniversario. In questa copertina l'artista italiano Lorenzo Mattotti cattura la gioia del parco e celebra la sua riapertura.
Oggi vorrei portarvi con me in un piccolo viaggio tra le splendide copertine illustrate del New Yorker, rivista americana di giornalismo, critica, narrativa, satira e poesia. Fondata come settimanale nel 1925, oggi è nota in tutto il mondo per i suoi contenuti di qualità, per il rigoroso fact checking, e, soprattutto, per l’eccezionale curatela artistica e creativa: selezionati artisti da tutto il mondo collaborano con il magazine per le copertine e per le numerose vignette e illustrazioni editoriali.
Ho preso spunto da un’illustrazione di cui si è parlato molto sui social e sui giornali nelle scorse settimane: la copertina del primo numero del New Yorker del 2024, illustrata dall’artista italiana Bianca Bagnarelli. Il titolo è Deadline, e rappresenta una persona al lavoro davanti al computer, a casa, mentre il mondo fuori festeggia l’inizio dell’anno.
“Deadline” di Bianca Bagnarelli, Cover del New Yorker dell’ 1 e 8 Gennaio 2024
“Mi fa piacere che le persone che la stanno vedendo ci trovino significati differenti. C’è chi la interpreta come immagine di serenità e chi ci vede la rappresentazione del lavoro così come è oggi, e delle difficoltà delle persone che lavorano. Io ho voluto raccontare me stessa e ho rappresentato molti dei miei ultimi dell’anno, passati così, perché in effetti dovevo finire dei lavori. Volevo che ci fosse questa parte di me, ripensando a tutte le nottate fatte anche durante le vacanze”, ha commentato Bagnarelli al Resto del Carlino.
Lascio a voi le riflessioni sul tempo e sul lavoro, mi vorrei soffermare invece sull’insolita cura e attenzione che questo magazine ripone nell’illustrazione come strumento per osservare e rappresentare la contemporaneità. Mi sono chiesta:
- Quando è nata l’intuizione di utilizzare l’illustrazione come segno distintivo?
- Esiste un archivio con tutte le copertine realizzate dal primo numero ad oggi?
- Quanti e quali illustratori italiani hanno realizzato copertine per il New Yorker?
A queste e molte altre domande risponderò qui sotto, così da fugare qualsivoglia dubbio - sarà una newsletter bella corposa, vi ho avvisati ;) - Let’s go!
Jane Grant (1892 – 1972), giornalista e co-founder
The New Yorker, in breve
Il New Yorker fu fondato da Harold Ross (1892-1951) e da sua moglie Jane Grant (1892-1972), giornalista del New York Times. Da subito l’intento fu quello di creare una rivista umoristica sofisticata, che si differenziasse dalle altre pubblicazioni “sdolcinate”. Ross e Grant aprirono i primi uffici della rivista al 25 West 45th Street di Manhattan. Ross diresse la rivista fino alla sua morte, mentre Grant lavorò principalmente come consulente commerciale e di contenuti.
Sebbene il magazine non abbia mai perso la sua verve umoristica, si è presto affermato come pubblicazione di riferimento per la narrativa, i saggi e il giornalismo, pubblicando racconti di molti dei più stimati scrittori del XX e XXI secolo, tra cui Truman Capote, Roald Dahl, Ernest Hemingway, Stephen King, Haruki Murakami, Vladimir Nabokov, Philip Roth e molti altri.
L’idea di curare i contenuti visivi del magazine tanto quanto quelli testuali arrivò dallo stesso co-fondatore Harold Ross:
Il New Yorker si aspetta di distinguersi per le sue illustrazioni, che includeranno caricature, schizzi, vignette e disegni umoristici e satirici in linea con il suo scopo.
Fu così che già negli anni ‘40 questa attenzione verso l’arte figurativa fece sì che arrivassero in redazione oltre 2500 disegni a settimana. Considerando che ogni numero conta al massimo una trentina di illustrazioni e altrettante vignette, si capisce come il lavoro dell’Art Director per The New Yorker sia sempre stato decisamente impegnativo.
Primo numero del New Yorker del 21 Febbraio 1925
Eustace Tilley, da gentiluomo a mascotte
Non si può parlare della storia del New Yorker senza citare Eustace Tilley, il dandy che osserva una farfalla attraverso un monocolo, personaggio di invenzione disegnato per la prima copertina della rivista da Rea Irvin, art editor, sulla base di una caricatura del 1834 dell'allora conte Alfred d'Orsay.
Alfred d'Orsay, conte e dandy francese
Tilley è diventato negli anni una vera e propria mascotte per il New Yorker, spunta spesso assieme al logo nelle pubblicità e nelle intestazioni delle rubriche, e individuarlo nelle sue diverse vesti, sia sul cartaceo che sul sito, è una vera e propria caccia al tesoro per i lettori, un po’ come l’omino con la maglia a righe di Where's Wally? (fateci caso!).
Loghi della rubrica “The Talk of the Town” del 1925
Logo attuale della rubrica “The Talk of the Town”, disegnato da Christoph Niemann
Nel 2015, in occasione del novantesimo anniversario, la direttrice artistica Françoise Mouly ha chiesto ad alcuni noti illustratori che collaborano da tempo con la rivista di reinterpretare l’iconica copertina. Ne sono venuti fuori 9 design diversi, uno per decade, che riflettono il talento e l’unicità di ogni artista. Ecco qui 4 esempi:
Copertine di Kadir Nelson, Barry Blitt, Roz Chast, Christoph Niemann
Copertine da collezione
Passeggiando per New York non è raro trovare bancarelle che vendono riproduzioni economiche delle copertine come souvenir per i turisti, ed è difficile trattenersi dall’acquistarle - ne ho portate a casa ben tre per soli 3 dollari! - perchè ci si rende immediatamente conto di quanto The New Yorker abbia saputo raccontare negli anni con acume e ironia lo spirito di questa città così complessa e sfaccettata.
Per chi volesse approfondire, sul sito è presente un archivio delle copertine, per poter navigare liberamente però bisogna essere abbonati - l’abbonamento non è carissimo, nel caso foste interessati qui trovate i vari piani -. In alternativa sul sito Coverjunkie ci sono centinaia e centinaia di copertine (quelle che vedete qui sopra le ho prese da lì), vi consiglio di farci un giro e di salvarvi le vostre preferite).
I grandi artisti di The New Yorker
Proprio per la qualità dei contenuti visivi, The New Yorker negli anni ha attirato moltissimi grandi disegnatori, grafici e fumettisti del nostro secolo, permettendo loro di confrontarsi con tematiche e stili sempre diversi. Qui di seguito vi elencherò i più noti, tutti loro meriterebbero una newsletter a parte, ma intanto inizio a presentarveli:
Saul Steinberg
Nato in Romania e milanese di adozione, Saul Steinberg iniziò a collaborare con The New Yorker come corrispondente dall’Italia durante gli anni della seconda guerra mondiale, inviando le sue vignette via nave. Nel 2022 la Triennale gli ha dedicato una splendida mostra che ripercorreva la sua carriera tra Milano e New York. In questo articolo del Post alcune delle sue copertine più famose.
Saul Steinberg, “Italy” portfolio, The New Yorker, 10 Giugno 1944
Saul Steinberg, View of the world from 9th avenue, la celebre copertina del New Yorker del 29 Marzo 1976.
Art Spiegelman
Nato a Stoccolma, Art Spiegelman è noto soprattutto per aver pubblicato nel 1991 Maus, un famoso graphic novel che racconta la storia dei suoi genitori sopravvissuti all’Olocausto. L’opera valse a Spiegelman il premio Pulitzer ed è tuttora considerata tra quelle che più di tutte hanno influenzato il modo di disegnare e pensare i fumetti contemporanei. Il disegnatore realizzò copertine per il New Yorker dal 1992 al 2001, tra cui quella dell’ 11 Settembre.
Copertina dell 11 Settembre 2001 di Art Spiegelman
David Hockney
Ebbene sì, anche il nostro David Hockney ha realizzato delle copertine per The New Yorker! In particolare per il numero del 23 aprile 2018 l’artista ha scelto la sua opera su tela dalla forma non convenzionale dal titolo Tall Dutch Trees After Hobbema (Conoscenze utili) del 2017 per l’edizione di viaggio e cibo della rivista.
Copertina del 23 Aprile 2018 di David Hockney
Cristoph Niemann
Scrittore, illustratore, graphic designer, il tedesco Christoph Niemann è una delle menti più brillanti della comunicazione visiva contemporanea. E’ uno dei collaboratori più prolifici di The New Yorker, e per il magazine ha creato copertine e vignette memorabili, tra cui la prima copertina in realtà aumentata. Dal 2008 cura Abstract Sunday, il suo blog di illustrazione sul NY Times - vi consiglio anche il suo profilo Instagram, è un vero gioiellino.
Copertina del 20 Novembre 2023 di Cristoph Niemann
Nel 2020 Netflix gli ha dedicato una puntata di Abstract - The art of Design, una serie-documentario che mostra il lavoro dei designer più innovativi in diverse discipline, qui sotto potete trovare l’episodio completo.
Lorenzo Mattotti
Nato a Brescia, Lorenzo Mattotti è tra i più importanti illustratori e fumettisti italiani di fama internazionale. Ha disegnato copertine e immagini di moda per prestigiose riviste, realizzato schizzi per importanti stilisti e pubblicato graphic novel e fumetti. Nel 2019 ha presentato il suo film animato La famosa invasione degli orsi in Sicilia, ispirato ad un racconto di Dino Buzzati. Tra i suoi ultimi lavori c’è il manifesto per il Festival del Cinema di Venezia del 2023.
Locandina del Festival del Cinema di Venezia del 2023, Lorenzo Mattotti
Lorenzo Mattotti, Copertine per The New Yorker
Italiani in copertina
Bianca Bagnarelli e Lorenzo Mattotti non sono gli unici italiani che collaborano assiduamente per The New Yorker, in questo articolo Olimpia Zagnoli, designer e illustratrice milanese, racconta come è nata la sua collaborazione con la rivista e come funziona il processo di selezione e di curatela delle copertine:
A differenza di quello che accade per la maggior parte delle commissioni editoriali, incluse quelle per le pagine interne del giornale, il processo per illustrare la copertina è abbastanza singolare. All’inizio dell’anno arriva una comunicazione via email a una serie di illustratori e illustratrici con una lista di festività, ricorrenze e numeri speciali e l’invito a inviare bozzetti che verranno poi tenuti in considerazione per il futuro. In questo caso uno schizzo che avevo mandato alla redazione nella primavera del 2019 era stato ripescato per raccontare la torrida estate del 2023.
Anna Parini, che collabora con la rivista dal 2015, ha realizzato una delle più belle copertine animate, dedicata all’inverno e alla lettura. Simone Massoni in questo articolo racconta come ha realizzato le illustrazioni per il volume dedicato agli anni ‘40 The 40s - The Story of a Decade
Copertina del New Yorker del 7 gennaio 2019 di Anna Parini
The Parisianer e The Milaneser
Negli anni The New Yorker è diventato una testata di riferimento nel mondo dell’editoria e dell’illustrazione, e in tantissimi hanno provato ad emularlo senza risultati. Ma, sopratutto, ad essere memorabili sono le sue copertine, veri e propri osservatori sulla realtà: dalla critica sociale e politica alla cultura pop, dalla percezione di sé che ha la città e su come viene vista da fuori alle tendenze nell’ambito dell’illustrazione internazionale.
E’ proprio ispirati da queste che nel 2013 l’illustratrice francese Aurélie Pollet e il designer Michael Prigent hanno lanciato The Parisianer, un “magazine immaginario” fatto solo di copertine su Parigi, un progetto artistico in grado di raccontare i tanti aspetti della città attraverso gli occhi e le matite di grandi illustratori (vi consiglio caldamente di fare un giro sul sito perchè sono stupende!)
The Parisianer n.40, Emiliano Ponzi
Le “visioni illustrate” di The Parisianer sono tutte diverse tra di loro ma al tempo stesso complementari: poetiche e ironiche, fantasiose e attuali, raccontano con originalità e audacia il fascino di Parigi.
The Parisianer è stato il primo, ma il trend si è diffuso in tutto il mondo e i magazine immaginari sono spuntati come funghi, da Montréal a Barcellona, da Tokyo a Genova e a Palermo, e, anche a Milano, la città del design.
The Milaneser n.80, Andrea de Santis
Nate nel 2020 dall’idea di Lara Aldeghi e Stefano Joker Lionetti, rispettivamente copywriter e art director dello studio creativo milanese Zetalab, le copertine di The Milaneser raccontano luci e ombre, meraviglie e contraddizioni, storia e futuro di Milano e promuovono l’illustrazione italiana con il supporto dell’Associazione Illustri.
Milano ha mille facce, dai grattacieli alle case di ringhiera,
dal mercato rionale alla street dance,
dalla luce all’ora dell’aperitivo in primavera
al grigio inaffrontabile di certi giorni.
Le copertine (che si possono acquistare qui come poster) sono state raccolte in un libro, The Milaneser – La città che stiamo diventando, edito da Edizioni Bonvini.
Ed eccoci arrivati alla fine di questo luuunghissimo articolo!
Trattando del New Yorker abbiamo aperto un vaso di Pandora pieno di meraviglie, prometto che la prossima mail sarò più stringata. Spero che abbiate trovato degli spunti interessanti e che vi siate innamorati di queste splendide copertine come me ne sono innamorata io.
Un ringraziamento speciale agli irriducibili che sono arrivati fino a qui, siete degli eroi.