Luna park d'artista, dove sogni e incubi diventano realtà

Dal Luna Luna di Andrè Heller a Dismaland di Banksy

Cari lettori,
Bentrovati e buon lunedì!
L’idea per questo numero nasce molto tempo fa, precisamente nei primi anni 2000, quando frequentavo la scuola elementare. Alla domanda “che mestiere vuoi fare da grande?” rispondevo senza esitazione: “l’architetto di parchi divertimento”. Sono sempre stata una bambina un po’ originale, ma quella risposta non era casuale: nella mia testa progettare ambienti di fantasia e mondi magici dove le persone potessero sorprendersi era il massimo del divertimento. Di notte sognavo attrazioni, e quando ho trovato sotto l’albero di Natale Rollercoaster Tycoon - un videogioco che permette di costruire da zero parchi divertimento - la mia creatività ha avuto libero sfogo (ancora ricordo una delle mie prime creazioni, un parco divertimento a tema Halloween costituito da isole, ogni isola aveva un tema - vampiri, mummie, zombie - e per spostarsi i visitatori dovevano usare degli aliscafi).

Considerati questi presupposti, quando qualche mese fa ho letto per la prima volta un articolo su Luna Luna, l’unico luna park disegnato e progettato da artisti, sono rimasta folgorata. Artisti, sì, e che artisti! Salvador Dalì, David Hockney, Keith Haring, Jean-Michel Basquiat, Roy Lichtenstein e molti altri avevano realizzato giostre per questo incredibile parco. Possibile che non ne avessi mai sentito parlare prima?

Sì, possibile, perchè dopo l’inaugurazione ad Amburgo nell’estate 1987 il parco dopo qualche mese è stato smantellato e per decenni nessuno ha più saputo che fine avesse fatto. Questo fino a poco tempo fa.

Andrè Heller, ideatore e creatore di Luna Luna, 1987

Che cos’è Luna Luna?

La storia di Luna Luna iniziò nel 1984, quando l’artista austriaco Andrè Heller ebbe l’idea di creare un grande parco a tema con giostre ideate e disegnate dai più importanti artisti contemporanei della sua epoca. L’intento di Heller era sì di far divertire adulti e bambini, ma anche di far avvicinare le persone all’arte moderna, con l’idea di creare un ponte tra gli artisti, spesso accusati di snobismo, e la gente comune.

Nel 1985 Heller riuscì ad ottenere un finanziamento di $350,000 per il progetto, e intraprese un viaggio per incontrare i suoi artisti preferiti e convincerli a partecipare. A Parigi incontrò la pittrice francese Sonia Delaunay, che si propose per realizzare il design dell’arco di ingresso al parco.

Sonia Delaunay, Arco di ingresso al parco. Luna Luna, Amburgo, 1987

L’artista austriaco riuscì a collaborare anche con Salvador Dalì, che gli propose la sua casa degli specchi surrealista Dalídom, progettata originariamente per l'Esposizione Universale di New York del 1939.

Salvador Dalí, Casa degli specchi Dalídom. Luna Luna, Amburgo, 1987.

A New York Andy Warhol, ormai malato, invitò Heller a coinvolgere il suo pupillo Jean-Michel Basquiat, uno dei più importanti pionieri del graffitismo americano, insieme al collega Keith Haring.

Jean-Michel Basquiat, Ruota panoramica dipinta. Luna Luna, Amburgo, 1987.

Per Luna Luna Basquiat progettò una ruota panoramica dipinta, su cui comparivano simboli, disegni e scritte che richiamavano le tematiche più ricorrenti dei suoi lavori, come il jazz e il razzismo. La colonna sonora della ruota era la canzone Tutu di Miles Davis.

Keith Haring invece realizzò una giostra dai colori vivacissimi, con i suoi iconici omini in versione tridimensionale e disegni e decori dipinti a mano, tra cui un suo autoritratto.

Keith Haring, Giostra dipinta. Luna Luna, Amburgo, 1987.

Tra gli artisti e le giostre più interessanti figurava anche Enchanted Tree di David Hockney, un grande padiglione con pannelli dipinti con alberi astratti blu, rossi e verdi, ispirato ai suoi recenti lavori per il Triple Bill di Stravinsky al Metropolitan Opera di New York nel 1981.

Interni: David Hockney, Enchanted Tree. Luna Luna, Amburgo, 1987.

Roy Lichtenstein, uno dei maggiori esponenti della Pop Art americana, progettò un labirinto di vetri a specchio, dipinto esternamente con i motivi geometrici della sua serie di dipinti Perfect/Imperfect del 1985.

La magia di questo parco era resa possibile anche grazie alla giostra a seggiolini dello street artist Kenny Scharf , decorata con dipinti e sculture dei suoi famosi cartoons, e la giostra onirica di Arik Brauer, artista austriaco, con otto personaggi fantastici - tra cui una farfalla, un lupo, una sirena e una mano antropomorfa - che fungevano da sedili.

Kenny Scharf, giostra a seggiolini dipinta, Luna Luna, Amburgo, 1987.

Arik Brauer, Carousel. Luna Luna, Amburgo, 1987.

Nel corso dell’estate dell’87 Luna Luna richiamò più di 250.000 visitatori.

In questo luna park internazionale e all'avanguardia ci sono 30 padiglioni, ognuno dei quali eleva la mente e fa cadere la mascella. - scriveva all'epoca la rivista Life.

Luna Luna visto dall’alto

Che fine ha fatto il Luna Luna?

Dopo il grande successo estivo Heller era pronto a mettere in moto una lunga tournée europea, ma l’intraprendenza dell’artista fu presto spenta da burocrazia, sfortuna e, di conseguenza, debiti.

Nel 1990 il sogno di Heller sfumò definitivamente: accettò di vendere il progetto per circa 6 milioni di dollari alla Stephen and Mary Birch Foundation, un gruppo filantropico che sperava di allestire il parco a San Diego, ma a causa di varie complicazioni la fondazione si ritirò dalla conclusione dell'affare, dando il via a decenni di controversie in tribunale. Luna Luna languì in magazzino durante tutta la saga legale e nel 2007 fu trasportato e dimenticato nel deserto del Texas.

Fino a quando, tra il 2019 e il 2020, questa storia non arrivò alle orecchie del rapper e produttore discografico Drake.

Luna Luna is back.

Poco tempo dopo, la DreamCrew, società di arti e intrattenimento co-fondata dal rapper, ha trovato un accordo con Andrè Heller e la Birch Foundation e ha acquisito il progetto per, si mormora, più di 100 milioni di dollari.

Le opere, estratte dai container per la prima volta dopo 35 anni, erano quasi tutte in ottime condizioni. Dopo una prima fase di restauro e con la collaborazione di un team curatoriale composto da personale della Tate Modern e dello Shed, la DreamCrew ha messo in piedi Luna Luna: Forgotten Fantasy, una grande mostra itinerante inaugurata a Los Angeles a dicembre 2023 e in arrivo in Europa nel 2024.

La mostra è curata in ogni dettaglio, unisce foto e video dell’epoca con le giostre originali riallestite, e racconta dall’inizio la storia di Andrè Heller e degli artisti che hanno collaborato al progetto. Se siete interessati ad approfondire vi consiglio di farvi un giro sul sito ufficiale lunaluna.com o sulla pagina Instagram @lunaluna, stupisce la qualità della grafica, della comunicazione e dei contenuti, persino del merchandising. E’ una soddisfazione quando progetti di questo tipo vengono curati così bene.

Se vorrete immergervi nelle atmosfere della versione attuale del luna park, potete trovare addirittura una colonna sonora creata ad hoc dal compositore Daniel Wohl, disponibile su Spotify.

Se siete utenti di Apple Music potete ascoltare anche la playlist ufficiale, che unisce successi degli anni ‘80 a musiche da giostra.

Infine, tra gli oggetti rinvenuti nei container, sono state recuperate le stampe in edizione limitata del manifesto originale, che presenta varie illustrazioni della luna realizzate da ogni artista partecipante. Ovviamente sono andate subito sold out! Ci si può sempre accontentare di acquistare il catalogo, pubblicato da Phaidon.

Manifesto originale di Luna Luna del 1987


Dismaland, un parco da incubo

Tutta questa meraviglia deve per forza essere controbilanciata da un altro luna park d’artista, probabilmente l’unico altro esemplare esistente, concepito però con uno spirito molto diverso: Dismaland, il parco a tema distopico di Banksy.

Il parco, un’installazione temporanea allestita a sorpresa tra agosto e settembre del 2015 sulla spiaggia abbandonata di Tropicana a Weston-super-Mare, nel Somerset, era in realtà una mostra collettiva che presentava opere di satira sociale di Banksy e di 60 artisti internazionali sui temi cari all’artista, come la guerra, il consumismo, la manipolazione mediatica, l’inquinamento, la povertà.

Guardie scorbutiche, strutture fatiscenti, giochi funerei al limite del cattivo gusto, un vero incubo concepito per essere tale. Già solo il nome è tutto un programma: Dismaland è un neologismo creato dall’unione di Disneyland e dismal, che in inglese significa “lugubre”o “desolante”.

Guardie scorbutiche con palloncini provocatori

Mezzo corazzato antisommossa utilizzato in Irlanda del Nord dotato di una postazione per cecchini, lanciagranate e - per l'occasione - di uno scivolo per bambini.

Un triste - ma non troppo - mietitore sugli autoscontri

Barconi pilotabili stracolmi di migranti

L’incidente con la zucca di Cenerentola che richiama la morte della principessa Diana

Una giostra con un macellaio di carne di cavallo

Una delle installazioni "solo per bambini": uno stand che offre piccoli prestiti con tassi di interesse del mille per cento.

Una scultura di una donna attaccata dai gabbiani


Non solo Banksy, anche Zero Calcare

Quando ho visto che a giugno 2023 a Roma per il lancio della serie Questo mondo non mi renderà cattivo di Zero Calcare è stato messo in piedi un luna park a tema, non ho potuto fare a meno di pensare a Dismaland (in versione romana).

In questo caso si trattava in un’iniziativa di marketing di Netflix creata per la serie, ma c’è da riconoscere che le attrazioni sono state studiate benissimo, e il mondo del fumettista è diventato interattivo ed “esperienziale” - parola inflazionata come resilienza. Linguisti all’ascolto, aiutatemi a trovare un sinonimo! - .

In conclusione, questa dissertazione sui parchi d’artista mi ha fatto riflettere su quanto realizzare delle installazioni interattive spinga la creatività degli artisti e permetta loro di superare la dimensione della tela e lo spazio del museo, che, volente o nolente, aggiungono un livello di separazione tra loro e il pubblico. Sarebbe bello vedere altri progetti come questi in futuro, nel frattempo aspettiamo che arrivi in Italia Luna Luna, io non sto nella pelle!

Indietro
Indietro

Scrivere sui muri

Avanti
Avanti

Le più belle copertine di The New Yorker